L’impianto è a servizio di enti pubblici e privati per il ritiro della frazione organica (FORSU) e della frazione ligno-cellulosica provenienti dalla raccolta differenziata.

Tra i rifiuti speciali non pericolosi rientrano ad esempio gli scarti derivanti dalla lavorazione della frutta, dei vegetali e dei cereali, e dell’industria agroalimentare in generale gli scarti dei supermercati ecc.

La frazione organica, dopo la fase iniziale di pretrattamento, necessaria per eliminare impurità e frazioni estranee, viene immessa nel biodigestore anaerobico, dove, in condizioni di miscelazione e temperature controllate, subisce il processo di degradazione, e dove, in assenza di ossigeno, avviene la produzione di biogas da parte di microrganismi. Il processo si compone di quattro fasi che si susseguono temporalmente senza interruzioni: idrolisi,
acidogenesi, acetogenesi, metanogenesi. Il biogas prodotto viene inviato ai gasometri, uno per ciascuna
camera di digestione, e successivamente alla sezione di upgrading del biogas in biometano (separazione della CO2 dal metano tramite filtri a membrane), prima di essere immesso in rete.

Il digestato, invece, viene estratto dal digestore per mezzo di apposite pompe a pistone e inviato alla sezione di compostaggio, per essere avviato al processo aerobico che porterà alla produzione di ACM.

Il digestato derivante dalla digestione anaerobica viene sottoposto al processo di compostaggio di tipo aerobico (in cui l’ossigeno gioca un ruolo fondamentale per la mineralizzazione dei componenti a maggiore fermentescibilità), attraverso un trattamento che prevede 4 distinte fasi: la miscelazione, la triturazione, il trattamento biologico e la raffinazione. Il risultato è un’ammendante Compostato Misto (ACM), commercializzato con il nome di  TERRAFERTILISBIO.